Parlando
con le famiglie, mi imbatto spesso in una problematica dai risvolti
pratici alquanto rilevanti: le indennità che i ragazzi percepiscono
in ragione della disabilità, vengono computate ai fini ISEE.
Badate
che non è tematica di poco conto; difatti, l'ISEE è il requisito
essenziale per quasi la totalità dei benefici a cui i ragazzi o le
famiglie possano eventualmente accedere, e capite bene che, calcolare
o meno nell'ISEE le indennità ricevute, può fare la differenza.
Ebbene,
ogni volta che i genitori mi raccontano che il CAF inserisce in ISEE
la pensione di invalidità, o l'indennità di accompagnamento
percepita dal figliolo, io riferisco loro che trattasi di un'anomalia
a cui la Giurisprudenza ha già cercato di porre rimedio.
E
difatti, il Supremo Tribunale Amministrativo, fin dal 2016 si è
nettamente pronunciato al riguardo.
Vediamo
cosa ci dicono i Giudici di Palazzo Spada.
Il
Consiglio di Stato ha dichiarato illegittima l'inclusione nel
calcolo dell'ISEE di pensione di invalidità ed accompagnamento.
Esaminando proprio la ratio dell'indennità di accompagnamento ed
il suo rapporto con l'ISEE, i Giudici hanno escluso che tale
indennità, nonché tutte le altre indennità aventi la medesima
finalità, possano essere valutate come un reddito. Difatti, esse non
servono a remunerare alcunché, né tantomeno all'accumulo di un
patrimonio personale; servono bensì a compensare un'oggettiva ed
ontologica situazione d'inabilità che provoca, in sé e per sé,
disagi e diminuzione di capacità reddituale. Tutte le indennità
erogate in ragione della disabilità (nonché i risarcimenti), sono
accordate a chi si trova già in una condizione di svantaggio. Non
determinano dunque una migliore situazione economica del disabile
rispetto al non disabile, ma mirano a colmare lo svantaggio subìto
da chi richiede la prestazione assistenziale e possiede i requisiti
per accedervi. Pertanto, sia la pensione di invalidità, che
l'indennità di accompagnamento, esulano dalla nozione di reddito
ai fini del calcolo ISEE.
Vi
è poi da considerare che l'ISEE è l'unico strumento di
valutazione della situazione economica di coloro che richiedono
prestazioni sociali agevolate. Nell'indicatore confluiscono infatti
vari elementi rilevanti, considerati in modo bilanciato e secondo
criteri ben precisi. Il sistema così costruito, è volto a fornire a
tutte le persone con disabilità servizi usufruibili sulla base di
una valutazione onnicomprensiva
delle disponibilità economiche. È fondamentale che l'ISEE sia
basato su criteri certi, predeterminati, ed uniformi, poiché si
devono garantire l'equità e l'imparzialità dell'azione
amministrativa. Nel momento in cui si fanno confluire in ISEE
voci che non devono e non possono essere considerate ai fini
reddituali, va da sé che risulta fortemente minata alla base proprio
quella equità che si è voluta realizzare. In buona sostanza, si
pone in essere una contraddizione in termini!!
Questa
la puntuale disamina del Consiglio di Stato che, dopo la Sentenza del
2016, ha emesso ulteriori pronunzie, tutte egualmente orientate. È
dunque costante, reiterato, e consolidato orientamento della
Giustizia Amministrativa Italiana, che l'ISEE non debba ricomprendere
indennità erogate ai disabili o risarcimenti.
Anche
l'INPS, all'indomani dell'importante Sentenza del 2016, ha recepito
le statuizioni del Consiglio di Stato adottando la Circolare n. 137
del 2016.
Ma
vi è da dire che anche il Legislatore è intervenuto, adottando la
Legge n. 89/2016. Ne è seguita una rimodulazione dei sistemi, e
l'elaborazione di un nuovo modello di DSU.
A
questo punto, la domanda sorge spontanea: perché i CAF/Patronati non
provvedono ad elaborare adeguatamente gli ISEE?
Le
famiglie devono assolutamente sapere che possono e devono sollevare
la questione ai propri CAF/Patronati di riferimento, esigendo che
l'ISEE venga compilato in modo esatto.
Se
l'errore dovesse partire da INPS, è doveroso richiamare l'Ente di
Previdenza all'osservanza delle sue stesse Circolari, oltre che della
normativa vigente.
E
da ultimo, non guasterebbe anche un intervento da parte dei Ministeri
competenti, affinché possano emettere Circolari vincolanti che
impongano a tutti i CAF/Patronati (ed anche ad INPS) di agire in modo
corretto. Se il Governo avesse agito, non ci sarebbe stato, ad
esempio, il caos del dimezzamento o esclusione del Reddito di
Cittadinanza che ha creato non pochi disagi a tantissime famiglie nel
momento in cui vi è stato l'innalzamento della pensione di
invalidità.
Affido
questo mio articolo ad Autismo in Movimento, affinché possa giungere
un messaggio chiaro ed importante alle tantissime famiglie che
l'Associazione rappresenta... e chissà, magari anche agli "addetti
ai lavori".
Avv. Ivana Consolo
Antonio Riggio
Purtroppo anche questa volta a pagare il conto sono state migliaia di famiglie,l'unica colpa di queste famiglie avere una persona disabile nel proprio stato di famiglia,infatti come ha già scritto l'avvocato Ivana Consolo tante famiglie si sono visto decurtare o azzerare il reddito di cittadinanza,per tante di loro unica fonte di reddito considerando l'impossibilità di lavorare, mentre altre famiglie che hanno presentato domanda per accedere al reddito di cittadinanza si sono visti negare quello che doveva essere un diritto.
Chiunque voglia chiarimenti in merito può inviare il modulo all'Avvocato Ivana Consolo